L’Opzione Donna permette alle lavoratrici del pubblico e del privato di andare in pensione anticipata con 35 di contributi ed assegno calcolato interamente su sistema contributivo.
Dal 2024, si è deciso per una proroga con rimodulazione: alle stesse lavoratrici, è richiesto un anno in più per la pensione (61 anni), pur mantenendo gli attuali “sconti”. Lo prevede la Legge di Bilancio, che ha mantenuto le condizioni 2023 ed anche il requisito contributivo di 35 anni.
Per il 2023, invece, il requisito anagrafico (equiparato per dipendenti e autonome) è: 58 anni con due figli, 59 anni con un figlio, 60 anni negli altri casi. Inoltre, la platea delle beneficiarie si limita a caregiver, inabili ed esuberi da aziende in crisi (in questo ultimo caso bastano 58 anni).
Cosa è l’Opzione Donna
È un’opzione introdotta dalla Legge Maroni 243/04, ripresa dalla Riforma Fornero 2011 e prorogata dalla Legge di Bilancio anche per il 2023. Con la Legge di Bilancio 2024, si prevede la sua eliminazione, con contestuale fusione in un nuovo strumento alimentato dal Fondo per la flessibilità in uscita.
Come funziona nel 2024
Avvalendosi di questa opportunità, alcune categorie di donne possono andare in pensione nel 2023 a 60 anni di età se hanno raggiunto i 35 anni di contributi, maturando tutti i requisiti al 31/12/2023. Non scatta l’adeguamento alla speranza di vita.
Chi ha diritto all’Opzione Donna?
Possono aderire tutte le lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria, a fondi sostitutivi o esclusivi che siano in possesso di contributi alla data del 31 Dicembre 1995 e che rientrano, dal 2023, nelle categorie previste dalla Manovra (esuberi da aziende con tavoli di crisi, caregiver familiari, inabili al 74%).
Chi non ha diritto all’Opzione Donna?
Non possono esercitare questa opzione le iscritte alla gestione separata o che, per qualsiasi motivo, vogliano utilizzare i contributi maturati in tale gestione per raggiungere il requisito contributivo.
Sono escluse anche coloro che non rientrano nelle categorie indicate in Legge di Bilancio.
Si può lavorare dopo Opzione Donna?
No. Per il conseguimento della pensione con Opzione Donna, è necessario aver cessato ogni rapporto di lavoro dipendente, mentre non è richiesto questo requisito in caso di attività svolta da una lavoratrice autonoma.
Chi va in pensione con Opzione Donna nel 2024?
Possono accedere alla Pensione Donna le lavoratrici che hanno 61 anni e che hanno maturato entro il 31.12.2023 il requisito contributivo di 1820 settimane (35 anni di lavoro effettivo), purché siano anche esuberi da aziende con tavoli di crisi, caregiver familiari oppure inabili al 74%.
Come andare in pensione con 35 anni di contributi?
Per andare in pensione anticipata con Opzione Donna, si può perfezionare il requisito contributivo dei 35 anni sfruttando anche la maternità obbligatoria, i contributi da riscatto (anche per il congedo parentale) e i versamenti volontari.
Opzione Donna: quali contributi valgono per i 35 anni?
Per il computo dei 35 anni per Opzione Donna di lavoro effettivo, valgono anche i periodi di mobilità o cassa integrazione, quelli di maternità riferiti ai permessi per utilizzo della Legge 104.
Sono invece esclusi i contributi in gestione separata e i contributi figurativi per malattia e disoccupazione, che concorrono comunque a determinare il montante contributivo su cui si calcola la pensione.
Come si possono ricongiungere i contributi per Opzione Donna?
Non è possibile esercitare il cumulo gratuito dei contributi versati in casse previdenziali diverse da AGO. Si può soltanto procedere con la ricongiunzione onerosa oppure con il versamento di contributi volontari.
È possibile avvalersi delriscatto di laurea agevolato (al costo annuo di 5.264,49 euro) anche se in possesso di contributi maturati al 31 dicembre 1995 e se iscritti alle gestioni obbligatorie prima del 1996. La domanda di riscatto laurea, però, deve essere presentata contestualmente alla domanda di pensione.
Quando si può fare domanda per Opzione Donna?
Le lavoratrici che intendono andare in pensione con Opzione Donna possono presentare domanda attraverso il servizio online INPS. Per il comparto Scuola, la domanda di cessazione del servizio va inoltrata entro febbraio.
Come si calcola la pensione Opzione Donna?
L’assegno previdenziale per chi usufruisce dell’Opzione Donna viene ricalcolato con il solo criterio contributivo. Il calcolo è diverso dal tradizionale sistema contributivo perché bisogna farvi rientrare anche i periodi di contribuzione accreditati prima del 1996.
In pratica, scatta il ricalcolo anche delle anzianità maturate prima della legge n. 335/1995.
A quanto ammonta la pensione con Opzione Donna?
L’importo della pensione si determina sommando due diverse quote: la prima è rappresentata dalle anzianità contributive maturate entro il 31.12.1995; la seconda è rappresentata dalle anzianità maturate dal 1° gennaio 1996.
Quanto perde una lavoratrice in pensione con Opzione Donna?
Il taglio dell’assegno penalizza chi ha molti anni versati prima del 1996, con una riduzione di circa il 25%, con punte fino al 35%.
Come si fa domanda di Opzione Donna?
La domanda si presentare online dal sito INPS, rivolgendosi al suo Contact Center o a patronati e intermediari.
Quando decorre la pensione Opzione Donna?
La decorrenza della pensione scatta, secondo il meccanismo delle finestre mobili, 12 mesi dopo la maturazione del diritto per le dipendenti e 18 mesi dopo per le autonome. Durante il periodo di attesa (12/18 mesi) è comunque consentito continuare a lavorare.
Fonte: https://www.pmi.it