Giovani e infelici: un binomio di cui spesso si sente parlare. Ma è possibile rompere questo binomio e cosa si può fare? È quello che si è chiesto un team di associazioni insieme a ricercatori e accademici e che ha portato alla nascita di “Goals for Good”. “Goals for Good è un percorso che vuole aiutare i giovani tra i 18 e i 30 anni a raggiungere il loro benessere con sé stessi, con la comunità in cui vivono e con l’ambiente – spiega Barbara Grazzini di InEuropa, società italiana esperta nella creazione di progetti internazionali, focalizzati su educazione e formazione -. È un progetto ambizioso e una vera sfida, ma ci abbiamo creduto fin da subito”. Le altre associazioni sono “Global Action Plan”, charity inglese, e l’ “Associazione per il consumatore consapevole”, ungherese.
Una collaborazione transeuropea che nella fase di sperimentazione ha visto la partecipazione di oltre 600 giovani, di cui 200 solo in Italia. L’idea di partenza è che la società consumistica, attraverso pubblicità e social media, ci mostra una visione del successo e della felicità incentrata su valori materialistici, cosiddetti “estrinseci”: denaro, bellezza e status sociale.
Ma la realtà è un po’ diversa. “Il consumismo non porta alla felicità, come dimostra la diffusione attuale delle dipendenze: da droga, smartphone, pornografia, shopping e altro ancora” spiega il professor Stefano Bartolini, docente di Economia della Felicità all’Università di Siena e tra i consulenti scientifici di Goals for Good. In effetti, l’insoddisfazione è un sentimento diffuso tra i giovani, come certifica un’analisi Istat del 2019 che rileva che il 10% dei giovani italiani tra 18 e 25 anni non è soddisfatto della propria esistenza. A ciò si aggiunge l’impatto che il consumismo e il conseguente utilizzo di risorse hanno sull’ambiente e sull’inquinamento. Perciò si rende necessaria una nuova narrazione “che punti sul progresso della qualità della vita, che è quello che intende fare Goals for Good” commenta Bartolini.
La soluzione? I “5 percorsi verso il benessere” individuati da Goals for Good: sono 5 consigli utili per avviare il cambiamento verso il benessere e mantenerlo, di fatto un vademecum per una vita autenticamente serena. Si parte col coltivare le relazioni sociali (“connettiti”) e dare il proprio contributo attivo nella comunità (“dai”), ad esempio nel volontariato. Si aggiungono il praticare attività fisica (“sii attivo”) e cercare nuovi stimoli per un apprendimento continuo e piacevole (“impara”). Infine, dedicarsi del tempo per riflettere e capire cosa ci fa stare bene e cosa no (“osserva”). Infatti, nella fase di sperimentazione del corso, è stato chiesto ai 200 ragazzi italiani coinvolti di indicare 5 parole legate al successo: il 45% ha indicato “denaro”, solo il 32% ha indicato “felicità”; però, alla domanda “A cosa tieni davvero?”, i partecipanti hanno elencato principalmente valori “intrinseci”: famiglia, amici, benessere, salute. Ed è proprio qui che Goals for Good entra in azione: attraverso riflessioni e strategie pratiche aiuta i giovani a riportare nella loro vita quotidiana i valori intrinseci che conoscono, ma da cui si sono allontanati.
Un progetto ambizioso che sembra centrare il proprio obiettivo: il 93% dei partecipanti ha dichiarato il percorso in grado di generare stimoli e riflessioni, il 71% lo ha trovato utile e il 73% lo consiglierebbe a un amico. E così, finalmente, Goals for Good è disponibile per tutti coloro che vogliono riprendere in mano la propria vita, ma anche per docenti e professionisti nel campo delle risorse umane che possono replicare il corso autonomamente. Infatti, dal mese di ottobre, i materiali sono disponibili gratuitamente su www.progettareineuropa.com/progetto-goals-4-good.
Sito: http://www.progettareineuropa.com
Fonte: www.volontariatoggi